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Scandali in sanità, il presidente dei medici: "Cambiare il sistema superando l'aziendalismo"
SANITÀ Pubblicato il: 13/04/2019 16:03
Nella sanità italiana "c'è certamente bisogno di un cambiamento che riduca l'interferenza non della politica, ma dei politici, nei meccanismi di governance del settore". Tuttavia per riuscirci, evitando il ciclico ritorno di scandali come quello che sta travolgendo la sanità dell'Umbria, "non basta una legge" che chiede ad esempio in queste ore il Movimento 5 Stelle. "Serve una riflessione molto più ampia", una vera e propria "riforma che superi l'aziendalismo che caratterizza oggi il sistema sanitario e che ha condizionato fortemente le autonomie professionali, assoggettandole a logiche di natura economica". Questo il pensiero affidato all'AdnKronos Salute da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo).
"L'impiego di risorse e quello di personale - fa notare Anelli - non possono prescindere da questa finalità e possono essere definiti dai professionisti in ragione delle risorse messe a disposizione". In questo senso "bisogna riconoscere maggiore autonomia alle professionalità con una riforma che superi l'aziendalismo". Accade infatti che "oggi il sistema risponde esclusivamente alla politica, e le scelte fatte sono in ragione anche delle risorse disponibili. Dare maggiore responsabilità di gestione ai professionisti", per il vertice degli Ordini medici aiuterebbe non solo a migliorare le risposte ai bisogni di salute, ma anche a cancellare la 'faccia brutta' del peso della politica in sanità. Tornando dunque a chi sollecita una normativa ad hoc, "se non si supera l'aziendalizzazione - avverte Anelli - una legge avrà scarse possibilità di essere incisiva. Serve una riflessione ampia, per ragionare sia della governance del sistema sia di meccanismi nuovi che ne rivalutino le professionalità".
IL VIROLOGO BURIONI: "UN VACCINO CONTRO GLI SCANDALI IN SANITA'? LA MERITOCRAZIA" - "Un vaccino contro gli scandali in sanità? Può essere solo uno: una sana meritocrazia". Il virologo Roberto Burioni risponde così all'AdnKronos Salute che gli chiede un commento sull'inchiesta in Umbria. Se si vuole pensare a un vaccino in grado di prevenire questi casi, "l'unico è la meritocrazia. Come si somministra? In un modo molto semplice: facendo sì che chi sceglie sia responsabile della scelta che fa. Può anche essere una scelta arbitraria, ma chi la compie deve esserne responsabile, così come accade in tutto il mondo".
Burioni, medico 'social' paladino dei vaccini e dell'evidenza scientifica, non vuole entrare nel merito specifico del caso umbro che "non conosco a sufficienza". Ci tiene però a ribadire che "la sanità italiana è ottima, fra le migliori al mondo, un bene che dobbiamo custodire".
La meritocrazia è una delle 'profilassi' per proteggerla e mantenerla in salute, sostiene il virologo. E la responsabilità deve essere condivisa: "Tutti noi dobbiamo impegnarci perché si vada verso una sana meritocrazia", ammonisce il docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Per quanto mi riguarda - assicura - tutte le volte che sono stato commissario a un concorso universitario ho sempre fatto del mio meglio perché vincesse il migliore".
Ma come si può fare in modo che i decisori siano effettivamente responsabili delle scelte che fanno? Burioni cita "quello che mi ha detto un mio caro amico" con un ruolo di vertice in un ospedale americano: "Oggi mi spiegava che metà della sua retribuzione è legata alla soddisfazione dei pazienti. Se funzionasse così dappertutto - chiosa l'esperto - a scegliere il meno bravo chiunque ci penserebbe due volte".