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Malattie croniche, un “case manager” per gestire i pazienti con più patologie

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Malattie croniche, un “case manager” per gestire i pazienti con più patologie

Nell’ambito della Joint Action Chrodis, che ha coinvolto 70 istituzioni di 25 Paesi europei, un gruppo di lavoro dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha messo a punto un modello per la gestione delle comorbilità nei malati cronici. Al centro c’è una nuova figura, formata ad hoc, per orientare e seguire il paziente

Si chiama “multimorbidity case manager” ed è, concretamente, una nuova figura dell’assistenza che dovrebbe cambiare la gestione dei pazienti con almeno un paio di malattie croniche. Una “guida” per i malati in tutte le fasi dell’assistenza, dall’accesso alle strutture ospedaliere o alle Rsa fino alla gestione dei farmaci. A tracciarne l’identikit sono alcuni dei risultati della Joint Action Chrodis, iniziativa europea che ha coinvolto 70 istituzioni di 25 Paesi dell’Unione. In particolare, il “Chrodis multimorbidity care model” deriva da uno dei gruppi di lavoro in cui è stato articolato il progetto, quello sulle comorbidità coordinato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). I risultati di questo lavoro sono stati illustrati oggi nel corso di un incontro a Roma.

“L’obiettivo – spiega Federica Mammarella, riassumendo l’impegno del gruppo di lavoro Aifa – è quello di migliorare la gestione dei pazienti con due o più malattie croniche. Abbiamo sviluppato un modello, identificando la figura del multimorbidity case manager e indivuando un curriculum formativo adeguato per questo ruolo. In sostanza, si passa  dal Disease Management al Case Management, cioè a una valutazione del paziente nella sua complessità, non solo rispetto alla malattia da cui è affetto. Ma guardando anche al sistema sociale in cui vive, alle risorse disponibili, al contesto. Pensiamo al case manager come a una figura inserita nel Servizio sanitario nazionale, che può essere un medico di famiglia, uno specialista, un infermiere, ma anche figure non sanitarie adeguatamente formate come operatori sociali o psicologi”. Un modello, ancora sulla carta, che secondo Aifa ha i presupposti per poter essere implementato nel nostro Paese, viste anche alcune esperienze locali che vanno nella stessa direzione. 

In Europa – spiega Aifa – si stima che il 65% delle persone sopra i 65 anni si affetto da almeno due patologie croniche e che questa percentuale raggiunga l’85% tra gli ultra 85enni. Tra gli obiettivi della Joint Action Chrodis non soltanto una presa in carico più efficiente dei pazienti, ma anche un lavoro più intenso sul fronte della prevenzione. Anche perché le malattie croniche rappresentano una sfida per la sostenibilità dei sistemi sanitari: circa 700 miliardi di euro vengono spesi ogni anno in Europa per il trattamento della cronicità.

Fonte aboutpharma.com
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