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Pazienti fragili, vaccini fondamentali per un'adeguata prevenzione. A rischio anziani, bambini, malati cronici
Mercoledi 12 Giugno 2019 Redazione
Chi sono I pazienti fragili? Quali criteri sono alla base di una loro individuazione? Le vaccinazioni del paziente fragile rappresentano un argomento emergente nel panorama sanitario italiano. Le vaccinazioni, in genere, si rivolgono a due categorie di persone: soggetti sani (spesso in età infantile o adolescenziale), con scopo preventivo, e sono le vaccinazioni classiche; i pazienti con un sistema immunitario compromesso e dunque più facilmente soggetti ad agenti patogeni, altrimenti di rilevanza marginale nella persona sana. Questi pazienti sono particolarmente vulnerabili di fronte a certi virus, come l'HPV, il morbillo, l'herpes zoster, l'influenza, ma anche di fronte a batteri come lo pneumococco ed il meningococco.
L’APPUNTAMENTO – Il tema dei vaccini per soggetti immuno-compromessi è al centro del Convegno “Le vaccinazioni nel paziente fragile”, che è in corso a Milano presso la Sala Pirelli del Palazzo Pirelli, presieduto dai professori Andrea Gori, Carlo Federico Perno e Giuliano Rizzardini. Tra i rappresentanti delle istituzioni, presente l’Assessore al Welfare Giulio Gallera; invitati anche il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, la dirigente della Unità Organizzativa Prevenzione Regione Lombardia Maria Gramegna. Obiettivo di questo incontro è porre le basi per un piano di lavoro coerente e strutturato, che deve essere realizzato attraverso un intervento multidisciplinare, che coinvolga gli specialisti, i medici di medicina generale, i laboratori di microbiologia e i responsabili della Sanità pubblica, attivamente coordinati all'interno del sistema sanitario delle Regioni.
“L’idea del convegno è stata ispirata dalla Legge 23/2015 della Regione Lombardia, che delinea un’offerta sanitaria in cui si prevede la presa incarico del paziente cronico – spiega il Prof. Giuliano Rizzardini, Presidente del Congresso, Responsabile Malattie Infettive, Ospedale Luigi Sacco - Polo Universitario di Milano. – Il paziente cronico molto spesso è proprio quello più fragile: tra le offerte che bisognerebbe garantire rientrano a pieno titolo anche i vaccini. I vaccini dati al paziente immunodepresso e al paziente anziano eviterebbero un elevato numero di ricoveri, ad esempio per polmoniti. Serve un confronto tra diversi attori e uno sforzo congiunto affinché l’opzione vaccinale non venga omessa, in quanto ritenuta solamente compito del pediatra o dell’igienista. Sono molteplici gli specialisti (reumatologi, diabetologi, oncologi, infettivologi) che vengono frequentemente a contatto con pazienti fragili: dovrebbero essere consapevoli di questa possibilità e indirizzare i pazienti verso un percorso vaccinale preventivo, che può essere all’interno dello stesso ospedale”.
“Specialisti di diverse discipline dovranno valutare caso per caso l’opportunità di questi vaccini, le dosi da somministrare e l’efficacia degli stessi – sottolinea il Prof. Andrea Gori, Presidente del Congresso, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano e Direttore di Unità Operativa Complessa al Policlinico di Milano - È un lavoro di gruppo: ciascuno specialista, coadiuvato dai colleghi, nell’ambito di un team guidato dall’infettivologo e dal microbiologo, ha la possibilità di prevenire alcune patologie, anche mortali”.
IL MODELLO LOMBARDIA – La Lombardia è una regione molto sensibile sui temi attinenti alla salute e da sempre fa da traino nella salute pubblica nazionale. Nei confronti del paziente fragile mostra particolare sensibilità: il convegno sarà ospitato proprio nell’auditorium della Regione Lombardia, un segnale di comprensione e di disponibilità, per un argomento che richiede necessariamente un contributo politico. La prevenzione ha anche un rilievo socioeconomico non trascurabile. “La Lombardia si fa carico del 30% di questi pazienti, con costi che gravano fino all’80% della spesa. Di conseguenza, riuscire a prevenire qualcosa in questi pazienti permetterebbe anche un sensibile risparmio economico” conclude il Prof. Rizzardini.