aboutpharma.com
Sanità e Politica
Ticket sanitari: 3 miliardi di spesa nel 2018, il 38% per pagare i farmaci branded
Un report della Fondazione Gimbe analizza i dati della Corte dei conti e di Aifa. Aumenta la spesa per la compartecipazione (+2,9% in un anno), soprattutto quella relativa ai medicinali. Il mancato utilizzo dei generici vale oltre 1,1 miliardi
di Redazione Aboutpharma Online 24 luglio 2019
Nel 2018 abbiamo speso quasi quasi 50 euro a testa (49,1) per i ticket sanitari. In altre parole, le Regioni hanno incassato quasi tre miliardi di euro (2.968 milioni). Di questi, 1.608 milioni (26,6 euro a testa) per i farmaci e 1.359 milioni (22,5 a testa) per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e pronto soccorso. Tra il 2017 e il 2018 l’ammontare complessivo dei ticket è aumentato di 83,4 milioni (+2,9%), di cui 22,4 milioni (+1,7%) per le prestazioni e 61 milioni (+3,9%) per i farmaci. È quanto emerge da un report pubblicato oggi dalla Fondazione Gimbe, che integra e analizza i dati del Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti e quelli del Rapporto Osmed 2018 di Aifa. L’analisi segnala come il 38% della spesa per i ticket serva a coprire la differenza tra il farmaco generico e quello di marca. Il mancato utilizzo del generico da parte del cittadino pesa per oltre 1,1 miliardi di euro.
I farmaci
Anche ampliando il periodo di analisi, si conferma il segno “più” per la componente farmaceutica. “Nel periodo 2014-2018 – spiega Cartabellotta – l’entità complessiva della compartecipazione alla spesa sanitaria si è mantenuta relativamente stabile, ma è avvenuta una sua progressiva ricomposizione. Infatti, rispetto al 2014, quando gli importi dei ticket per farmaci e prestazioni specialistiche erano sovrapponibili, nel 2018 si sono ridotti del 6,1% quelli per le prestazioni e sono aumentati quelli per i farmaci (+12%)”.
Differenze regionali
Dalle analisi emergono notevoli differenze regionali relative sia all’importo totale della compartecipazione alla spesa, sia alla ripartizione tra farmaci e prestazioni specialistiche. Se il range della quota pro-capite totale per i ticket oscilla da 88 euro in Valle d’Aosta a 33,7 in Sardegna, per i farmaci l’importo varia da 36,2 euro in Campania a 16 in Piemonte, mentre per le prestazioni specialistiche si passa da 64,2 euro della Valle d’Aosta a 8,5 della Sicilia.
Il nodo equivalenti
“Un dato di estremo interesse – precisa Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – emerge dallo ‘spacchettamento’ dei ticket sui farmaci, che include la quota fissa per ricetta e la quota differenziale sul prezzo di riferimento pagata dai cittadini che scelgono di acquistare il farmaco di marca al posto dell’equivalente». Nel 2018 su 1.608 milioni sborsati dai cittadini per il ticket sui farmaci, solo il 30% è relativo alla quota fissa per ricetta (482,6 milioni pari a 8 pro-capite), mentre i rimanenti 1.126,4 milioni (18,6 pro-capite) sono imputabili alla scarsa diffusione in Italia dei farmaci equivalenti. Il rapporto Osmed 2018 documenta che nel periodo 2013-2018 si è ridotta del 14% la quota fissa sulle ricette (- 76 milioni) mentre è aumentata del 28% la quota prezzo di riferimento per la preferenza accordata ai farmaci di marca (+248 milioni).
La “piaga” delle differenze regionali vale anche in questo ambito. “Spicca – sottolinea Cartabelotta – l’ostinata e ingiustificata resistenza ai farmaci equivalenti nelle Regioni del Centro-Sud nelle quali si rileva, oltre al trend in aumento dal 2017 al 2018, una spesa per i farmaci di marca più elevata della media nazionale di 18,6 pro-capite”. Sul podio Lazio (24,7), Sicilia (24,2) e Calabria (23,6).
Le proposte
“Considerato che la revisione dei criteri di compartecipazione alla spesa – conclude Cartabellotta – è un obiettivo fissato dalla Legge di Bilancio 2019 per la stesura del nuovo Patto per la Salute, le eterogeneità regionali relative alle tipologie di ticket, ovvero prestazioni specialistiche vs farmaci e quota ricetta fissa vs quota prezzo di riferimento, richiedono azioni differenti”. Il presidente di Gimbe auspica che siano uniformati “a livello nazionale i criteri per la compartecipazione” e le regole per le esenzioni. In secondo luogo, anche al fine di arginare “fughe” verso il privato per le prestazioni specialistiche, suggerisce “un definitivo superamento del superticket per il quale sono già stati ripartiti € 60 milioni” e “azioni concrete per incrementare l’utilizzo dei farmaci equivalenti”.
Scarica il report GIMBE