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Accordo Pfizer e Mylan, nasce un gigante nei farmaci generici e biosimilari
Lunedi 29 Luglio 2019 Danilo Magliano
E’ nata una nuova raltà leader al mondo nel settore dei farmaci a brevetto scaduto, generici e biosimilari. Sarà costituita dall’unione del business dei farmaci a brevetto scaduto di Pfizer con l’azienda farmaceutica Mylan.
La maggioranza (57 per cento) della nuova società sarà di proprietà di Pfizer, il restante 43 per cento degli attuali azionisti di Mylan. Pfizer riceverà anche una somma vicino a $12bn come contropartita del debito di Mylan che confluirà nella nuova entità.
L'azienda avrà sede fiscale negli Stati Uniti. Verrà gestita da 3 centri globali a Pittsburgh, Pennsylvania; Shanghai, Cina, e Hyderabad, India. Il fatto che due centri su tre siano situati in paesi non occidentali la dice lunga sul posizionamento della società che punta a quello che una volta veniva considerato Terzo Mondo e che invece sta galoppando verso il progresso, economico e anche sanitario.
L'operazione sarà strutturata in quello che è noto come ‘reverse Morris trust’, con l'attività di Pfizer ceduta e poi combinata con Mylan.
Lo scorso mese di maggio, proprio per avere un maggior margine di manovra, Pfizer aveva fatto confluire tutto il business dei farmaci a brevetto scaduto in una nuova società, cui è stato dato il nome di Upjohn, una delle tante società che Pfizer ha comprato nel corso della sua storia. Upjon ha attualmente sede in Cina, a Shanghai, a significare l’importanza crescente dei mercati dei Paesi emergenti, soprattutto per i farmaci maturi.
Si prevede che la nuova società nel 2020 realizzi ricavi pro forma da 19 a 20 miliardi di dollari. Mylan ha registrato nel 2018 un fatturato di 11,4 miliardi di dollari e Upjohn ha avuto un fatturato di $12,5 miliardi. Il fatturato totale di Pfizer nel 2018 è stato di 53,6 miliardi di dollari.
L'EBITDA rettificato proforma 2020 dovrebbe situarsi tra i 7,5 e gli 8,0 miliardi di dollari, comprese sinergie graduali di circa 1 miliardo di dollari all'anno da realizzare entro il 2023. Il free cash flow pro forma per il 2020 dovrebbe superare i 4 miliardi di dollari. Dopo la chiusura dell'accordo, la nuova società avrà circa 24,5 miliardi di dollari di debito totale in essere.
La nuova società prevede di raggiungere un rapporto debito/EBITDA rettificato di 2,5 volte entro la fine del 2021. Inoltre, la nuova società intende avviare un dividendo di circa il 25% del free cash flow a partire dal primo trimestre completo dopo la chiusura e il potenziale di riacquisto delle azioni una volta che l'obiettivo di indebitamento all'EBITDA rettificato sia stato raggiunto.
A capo della nuova società ci sarà Michael Goettler, che adesso gestisce Upjohn, Robert Coury, attuale presidente di Mylan, ne diventerà il presidente esecutivo. L’accordo prevede anche l’uscita dell'amministratore delegato di Mylan, Heather Bresch, che ha guidato l'azienda per sette anni. Dei 13 componenti del boardi di direzione, 8 saranno scelti da Myloan e gli altri da Pfizer.
E’ da molto tempo che Pfizer stava valutando cosa fare dei suoi farmaci a brevetto scaduto e ha trovato la soluzione nel fondersi con Mylan per creare il più grande gruppo al mondo in questo settore. I margini di generici e biosimilari si stanno contraendo e solo le grandissime dimensioni e una presenza planetaria possono garantire quelle economie di scala che servono per fare profitto.
Mylan era da tempo in difficoltà. Le sue azioni hanno perso il 75 per cento del loro valore dal loro picco nel 2015, anche a causa del calo dei prezzi di questi farmaci registrato negli Stati Uniti. Non avevano certo fatto bene al buon nome di Mylan le polemiche scaturite dal drammatico aumento del prezzo dell'EpiPens, un farmaco di Mylan usato per trattare le reazioni allergiche.
Nell'ultimo trimestre, l'azienda ha dichiarato che le vendite del suo farmaco per la sclerosi multipla (la copia del Copaxone) sono state peggiori del previsto e non è riuscita a ottenere l'approvazione per la produzione di una versione generica di Advair, un farmaco per l'asma sviluppato dalla società farmaceutica britannica GlaxoSmithKline.
Per reagire a questo stato di cose, nell'agosto 2018, il consiglio di amministrazione di Mylan aveva annunciato che avrebbe intrapreso una revisione strategica delle sue opzioni, perché riteneva che i mercati americani sottovalutassero l'azienda.
Pfizer sta cercando di riposizionarsi come un'azienda più piccola focalizzata su vaccini e farmaci innovativi. A tal fine, pochi mesi fa ha messo in comune il suo business nel consumer health care con quello di Gsk per creare una joint venture che in futuro verrebbe quotata in borsa. Un’operazione molto simile a quella annunciata oggi.
L’azienda di New York sta anche effettuando acquisizioni per rafforzare la sua posizione nei farmaci innovativi, soprattutto in oncologia. Dopo l’acquisizione di Medivation nel 2016, pagata $14 miliardi e con la quale si è assicurata Xtandi (enzalutamide) e altri farmaci in sviluppo, lo scorso mese di giugno ha comprato Array BioPharma, un produttore di farmaci con sede in Colorado, per 10,6 miliardi di dollari. Con quest’ultima acquisizione ha ottenuto la proprietà di una delle migliori terapie target per il melanoma, l’associazione di encorafenib e binimetinib, in Europa commercializzata da Pierre Fabre.
Dopo quelli di AbbVie (ha comprato Allergan) e Bristol-Myers (ha comprato Celgene) quello di oggi è solo l’ultimo in ordine temporale degli accordi volti a ridisegnare il futuro del settore farmaceutico.
L'azienda avrà sede fiscale negli Stati Uniti. Verrà gestita da 3 centri globali a Pittsburgh, Pennsylvania; Shanghai, Cina, e Hyderabad, India. Il fatto che due centri su tre siano situati in paesi non occidentali la dice lunga sul posizionamento della società che punta a quello che una volta veniva considerato Terzo Mondo e che invece sta galoppando verso il progresso, economico e anche sanitario.
L'operazione sarà strutturata in quello che è noto come ‘reverse Morris trust’, con l'attività di Pfizer ceduta e poi combinata con Mylan.
Lo scorso mese di maggio, proprio per avere un maggior margine di manovra, Pfizer aveva fatto confluire tutto il business dei farmaci a brevetto scaduto in una nuova società, cui è stato dato il nome di Upjohn, una delle tante società che Pfizer ha comprato nel corso della sua storia. Upjon ha attualmente sede in Cina, a Shanghai, a significare l’importanza crescente dei mercati dei Paesi emergenti, soprattutto per i farmaci maturi.
Si prevede che la nuova società nel 2020 realizzi ricavi pro forma da 19 a 20 miliardi di dollari. Mylan ha registrato nel 2018 un fatturato di 11,4 miliardi di dollari e Upjohn ha avuto un fatturato di $12,5 miliardi. Il fatturato totale di Pfizer nel 2018 è stato di 53,6 miliardi di dollari.
L'EBITDA rettificato proforma 2020 dovrebbe situarsi tra i 7,5 e gli 8,0 miliardi di dollari, comprese sinergie graduali di circa 1 miliardo di dollari all'anno da realizzare entro il 2023. Il free cash flow pro forma per il 2020 dovrebbe superare i 4 miliardi di dollari. Dopo la chiusura dell'accordo, la nuova società avrà circa 24,5 miliardi di dollari di debito totale in essere.
La nuova società prevede di raggiungere un rapporto debito/EBITDA rettificato di 2,5 volte entro la fine del 2021. Inoltre, la nuova società intende avviare un dividendo di circa il 25% del free cash flow a partire dal primo trimestre completo dopo la chiusura e il potenziale di riacquisto delle azioni una volta che l'obiettivo di indebitamento all'EBITDA rettificato sia stato raggiunto.
A capo della nuova società ci sarà Michael Goettler, che adesso gestisce Upjohn, Robert Coury, attuale presidente di Mylan, ne diventerà il presidente esecutivo. L’accordo prevede anche l’uscita dell'amministratore delegato di Mylan, Heather Bresch, che ha guidato l'azienda per sette anni. Dei 13 componenti del boardi di direzione, 8 saranno scelti da Myloan e gli altri da Pfizer.
E’ da molto tempo che Pfizer stava valutando cosa fare dei suoi farmaci a brevetto scaduto e ha trovato la soluzione nel fondersi con Mylan per creare il più grande gruppo al mondo in questo settore. I margini di generici e biosimilari si stanno contraendo e solo le grandissime dimensioni e una presenza planetaria possono garantire quelle economie di scala che servono per fare profitto.
Mylan era da tempo in difficoltà. Le sue azioni hanno perso il 75 per cento del loro valore dal loro picco nel 2015, anche a causa del calo dei prezzi di questi farmaci registrato negli Stati Uniti. Non avevano certo fatto bene al buon nome di Mylan le polemiche scaturite dal drammatico aumento del prezzo dell'EpiPens, un farmaco di Mylan usato per trattare le reazioni allergiche.
Nell'ultimo trimestre, l'azienda ha dichiarato che le vendite del suo farmaco per la sclerosi multipla (la copia del Copaxone) sono state peggiori del previsto e non è riuscita a ottenere l'approvazione per la produzione di una versione generica di Advair, un farmaco per l'asma sviluppato dalla società farmaceutica britannica GlaxoSmithKline.
Per reagire a questo stato di cose, nell'agosto 2018, il consiglio di amministrazione di Mylan aveva annunciato che avrebbe intrapreso una revisione strategica delle sue opzioni, perché riteneva che i mercati americani sottovalutassero l'azienda.
Pfizer sta cercando di riposizionarsi come un'azienda più piccola focalizzata su vaccini e farmaci innovativi. A tal fine, pochi mesi fa ha messo in comune il suo business nel consumer health care con quello di Gsk per creare una joint venture che in futuro verrebbe quotata in borsa. Un’operazione molto simile a quella annunciata oggi.
L’azienda di New York sta anche effettuando acquisizioni per rafforzare la sua posizione nei farmaci innovativi, soprattutto in oncologia. Dopo l’acquisizione di Medivation nel 2016, pagata $14 miliardi e con la quale si è assicurata Xtandi (enzalutamide) e altri farmaci in sviluppo, lo scorso mese di giugno ha comprato Array BioPharma, un produttore di farmaci con sede in Colorado, per 10,6 miliardi di dollari. Con quest’ultima acquisizione ha ottenuto la proprietà di una delle migliori terapie target per il melanoma, l’associazione di encorafenib e binimetinib, in Europa commercializzata da Pierre Fabre.
Dopo quelli di AbbVie (ha comprato Allergan) e Bristol-Myers (ha comprato Celgene) quello di oggi è solo l’ultimo in ordine temporale degli accordi volti a ridisegnare il futuro del settore farmaceutico.