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Amiloidosi ereditaria mediata dalla transtiretina, patisiran rimborsato in Italia. Blocca l'RNA difettoso
Domenica 2 Febbraio 2020 Redazione
Lo scorso 30 gennaio in Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la determina con la quale l’Aifa autorizza la rimborsabilità in classe H del patisirian per il trattamento dell'amiloidosi ereditaria mediata dalla transtiretina (amiloidosi hATTR) nei pazienti adulti con polineuropatia allo stadio 1 o 2. Sarà messo in commercio dalla biotech Alnylam con il marchio Onpattro.
Somministrato per via endovenosa, il farmaco blocca la produzione di transtiretina nel fegato, riducendone l’accumulo nei tessuti, con lo scopo di arrestare o rallentare la progressione della malattia. Il suo meccanismo d’azione è mirato a silenziare uno specifico RNA messaggero, potenzialmente bloccando la produzione di TTR.
La sua messa a punto trae origine da una scoperta scientifica vincitrice del premio Nobel ed è il primo agente terapeutico basato sulla tecnologia RNA Interference (RNAi) a essere stato approvato a livello mondiale.
A patisiran l’Aifa ha attributo il requisito dell'innovatività terapeutica, da cui consegue: l'inserimento nel fondo per i farmaci innovativi, l'inserimento nei Prontuari terapeutici regionali e l'inserimento nell'elenco dei farmaci innovativi.
Ai fini della prescrizione a carico del Ssn, i centri utilizzatori individuati dalle Regioni, dovranno compilare la scheda raccolta dati informatizzata di arruolamento che indica i pazienti eleggibili e la scheda di follow-up.
Il commento dell’esperta
Ai microfoni di PharmaStar la Dr.ssa Laura Obici, Centro per lo Studio e la cura delle Amiloidosi Sistemiche del Policlinico San Matteo di Pavia, che ha partecipato allo sviluppo del farmaco, ha dichiarato: «La disponibilità di patisiran è una bellissima notizia perché adesso potranno accedere a un trattamento estremamente efficace tutti i pazienti con questa forma di amiloidosi a interessamento neurologico in stadio e1 e 2, cioè coloro che sono in grado di deambulare senza assistenza o con un supporto di un bastone o di una o due stampelle. Patisiran si è dimostrato capace di bloccare la progressione della neuropatia e in alcuni casi anche migliorare i parametri funzionali.»
«È quindi un cambiamento importantissimo nel panorama del trattamento di questa patologia – prosegue Obici- e il vantaggio sarà anche quello di potere, grazie alla rimborsabilità, accedere al trattamento vicino a casa, perché il farmaco non è più da oggi accessibile soltanto nell’ambito del protocollo di accesso secondo la normativa dell’uso compassionevole che vincolava comunque la somministrazione ad alcuni centri specifici, costringendo alcuni ammalati a viaggi anche molto lunghi per accedere alla terapia. D’ora in avanti, attraverso l’attivazione dei centri specialistici identificati dalle regioni, consentirà un trattamento vicino al domicilio. Questo ha ovviamente un valore molto grande.
Come si utilizza?
«ll farmaco è di facile utilizzo – conferma Obici. Viene somministrato ogni tre settimane attraverso un’infusione endovenosa che dura poco più di un’ora, quindi questo può essere fatto in ambito di Day Hospital e richiede una premedicazione per prevenire potenziali, sebbene molto rare reazione correlate all’infusione. La premedicazione va fatta un’oretta prima della infusione. È quindi un impegno di circa una mattina ogni 3 settimane ma è verosimile che in futuro potrà ossa essere erogato anche in ambito di assistenza domiciliare attraverso un programma di Home Care che potrebbe essere reso disponibile. Questo, ovviamente, migliorerebbe ulteriormente la fattibilità e la compliance alla terapia.
Qual è l’esperienza di impiego?
«Il farmaco è stato da noi già utilizzato da alcuni anni nell’ambito di un protocollo di sperimentazione – ci ha spiegato Obici- che è quello che inizialmente ha portato alla registrazione e poi adesso in aperto come prolungamento dello studio registrativo. Da oltre un anno, attraverso la disponibilità alla fornitura garantita da Alnylam secondo la normativa dell’uso compassionevole è stato possibile un accesso anticipato a diversi pazienti che avevano una relativa maggiore urgenza di poter usufruire di questo tipo di terapia.»
«I risultati nella nostra esperienza sono ottimi – sottolinea Obici- perché il farmaco ha confermato la capacità di bloccare la progressione della neuropatia e l’ottimo profilo di sicurezza. Nel corso di tutto questo lungo periodo di esperienza, non abbiamo avuto alcun evento avverso che possiamo imputare alla terapia.»
Amiloidosi hATTR
L’amiloidosi mediata da transtiretina (TTR) ereditaria (hATTR) è una malattia ereditaria progressivamente invalidante e spesso con esito fatale, causata da mutazioni nel gene TTR. La TTR è una proteina prodotta principalmente nel fegato che, normalmente, trasporta la vitamina A. Le mutazioni geniche della TTR causano un anormale accumulo di proteine amiloidi che danneggia organi e tessuti, come i nervi periferici e il cuore, con conseguente neuropatia sensitivaperiferica non trattabile, neuropatia autonomica e/o cardiomiopatia, nonché altre manifestazioni patologiche. Colpisce circa 50mila persone in tutto il mondo, rappresenta una delle principali esigenze mediche non soddisfatte, con notevole morbilità e mortalità. La sopravvivenza media è di 4,7 anni dalla diagnosi, con una sopravvivenza ridotta (3,4 anni) per i pazienti con cardiomiopatia.
Somministrato per via endovenosa, il farmaco blocca la produzione di transtiretina nel fegato, riducendone l’accumulo nei tessuti, con lo scopo di arrestare o rallentare la progressione della malattia. Il suo meccanismo d’azione è mirato a silenziare uno specifico RNA messaggero, potenzialmente bloccando la produzione di TTR.
La sua messa a punto trae origine da una scoperta scientifica vincitrice del premio Nobel ed è il primo agente terapeutico basato sulla tecnologia RNA Interference (RNAi) a essere stato approvato a livello mondiale.
A patisiran l’Aifa ha attributo il requisito dell'innovatività terapeutica, da cui consegue: l'inserimento nel fondo per i farmaci innovativi, l'inserimento nei Prontuari terapeutici regionali e l'inserimento nell'elenco dei farmaci innovativi.
Ai fini della prescrizione a carico del Ssn, i centri utilizzatori individuati dalle Regioni, dovranno compilare la scheda raccolta dati informatizzata di arruolamento che indica i pazienti eleggibili e la scheda di follow-up.
Il commento dell’esperta
Ai microfoni di PharmaStar la Dr.ssa Laura Obici, Centro per lo Studio e la cura delle Amiloidosi Sistemiche del Policlinico San Matteo di Pavia, che ha partecipato allo sviluppo del farmaco, ha dichiarato: «La disponibilità di patisiran è una bellissima notizia perché adesso potranno accedere a un trattamento estremamente efficace tutti i pazienti con questa forma di amiloidosi a interessamento neurologico in stadio e1 e 2, cioè coloro che sono in grado di deambulare senza assistenza o con un supporto di un bastone o di una o due stampelle. Patisiran si è dimostrato capace di bloccare la progressione della neuropatia e in alcuni casi anche migliorare i parametri funzionali.»
«È quindi un cambiamento importantissimo nel panorama del trattamento di questa patologia – prosegue Obici- e il vantaggio sarà anche quello di potere, grazie alla rimborsabilità, accedere al trattamento vicino a casa, perché il farmaco non è più da oggi accessibile soltanto nell’ambito del protocollo di accesso secondo la normativa dell’uso compassionevole che vincolava comunque la somministrazione ad alcuni centri specifici, costringendo alcuni ammalati a viaggi anche molto lunghi per accedere alla terapia. D’ora in avanti, attraverso l’attivazione dei centri specialistici identificati dalle regioni, consentirà un trattamento vicino al domicilio. Questo ha ovviamente un valore molto grande.
Come si utilizza?
«ll farmaco è di facile utilizzo – conferma Obici. Viene somministrato ogni tre settimane attraverso un’infusione endovenosa che dura poco più di un’ora, quindi questo può essere fatto in ambito di Day Hospital e richiede una premedicazione per prevenire potenziali, sebbene molto rare reazione correlate all’infusione. La premedicazione va fatta un’oretta prima della infusione. È quindi un impegno di circa una mattina ogni 3 settimane ma è verosimile che in futuro potrà ossa essere erogato anche in ambito di assistenza domiciliare attraverso un programma di Home Care che potrebbe essere reso disponibile. Questo, ovviamente, migliorerebbe ulteriormente la fattibilità e la compliance alla terapia.
Qual è l’esperienza di impiego?
«Il farmaco è stato da noi già utilizzato da alcuni anni nell’ambito di un protocollo di sperimentazione – ci ha spiegato Obici- che è quello che inizialmente ha portato alla registrazione e poi adesso in aperto come prolungamento dello studio registrativo. Da oltre un anno, attraverso la disponibilità alla fornitura garantita da Alnylam secondo la normativa dell’uso compassionevole è stato possibile un accesso anticipato a diversi pazienti che avevano una relativa maggiore urgenza di poter usufruire di questo tipo di terapia.»
«I risultati nella nostra esperienza sono ottimi – sottolinea Obici- perché il farmaco ha confermato la capacità di bloccare la progressione della neuropatia e l’ottimo profilo di sicurezza. Nel corso di tutto questo lungo periodo di esperienza, non abbiamo avuto alcun evento avverso che possiamo imputare alla terapia.»
Amiloidosi hATTR
L’amiloidosi mediata da transtiretina (TTR) ereditaria (hATTR) è una malattia ereditaria progressivamente invalidante e spesso con esito fatale, causata da mutazioni nel gene TTR. La TTR è una proteina prodotta principalmente nel fegato che, normalmente, trasporta la vitamina A. Le mutazioni geniche della TTR causano un anormale accumulo di proteine amiloidi che danneggia organi e tessuti, come i nervi periferici e il cuore, con conseguente neuropatia sensitivaperiferica non trattabile, neuropatia autonomica e/o cardiomiopatia, nonché altre manifestazioni patologiche. Colpisce circa 50mila persone in tutto il mondo, rappresenta una delle principali esigenze mediche non soddisfatte, con notevole morbilità e mortalità. La sopravvivenza media è di 4,7 anni dalla diagnosi, con una sopravvivenza ridotta (3,4 anni) per i pazienti con cardiomiopatia.