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Governance, risorse economiche e meno sprechi, ecco i tre passi per un miglior Ssn

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Governance, risorse economiche e meno sprechi, ecco i tre passi per un miglior Ssn

Al convegno Innovazione e Sostenibilità organizzato a Roma hanno parlato i big dell'healthcare italiano. La rotta tracciata è quella di seguire una governance che sappia far fruttare le qualità del sistema Italia riducendo al minimo i costi inutili

Attenzione alle risorse economiche, governance, misurazione degli sprechi. Ecco i tre passi per garantire le migliori cure ai pazienti e investire in ricerca e innovazione. Quanto è emerso durante l’evento “Innovazione e Sostenibilità” organizzato ieri a Roma, indica la strada da seguire.
“Il Convegno di oggi ha l’obiettivo di sensibilizzare l’intera comunità del mondo della Salute sul notevole sviluppo che stanno avendo a livello mondiale le nuove terapie innovative. Il nostro compito sarà quello di garantire il più rapido accesso alle nuove terapie e, in particolar modo – ha detto Francesco Rossi, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e Past President della Società Italiana di Farmacologia (Sif) – ai nuovi farmaci biologici/biotecnologici, che attualmente ricoprono un ruolo chiave nel trattamento di numerose patologie gravi e invalidanti, come quelle di natura neoplastica e autoimmunitaria.
“Nonostante il momento di crisi economica che sta attraversando il nostro Paese oramai da tempo, bisogna auspicare a una sempre maggiore partnership pubblico-privato, senza però trascurare di valorizzare la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica”, ha spiegato Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto superiore di Sanità.

Alessandro Aiuti, Direttore UO di Pediatria Immunoematologica, Ospedale San Raffaele, Milano, ha aggiunto che “la terapia genica è un approccio di medicina personalizzata che potrebbe offrire un trattamento curativo per alcune forme di malattie genetiche ereditarie e tumori. I risultati degli studi clinici sono molto promettenti”. Inoltre, secondo Aiuto, l’alleanza tra accademia, no profit ed industria sarà essenziale per accelerare il percorso di sviluppo clinico di questi farmaci innovativi.
Alla base di questo ottimismo c’è una sorta di rinascimento della ricerca. Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria, spiega che “nel giro di poche decine di anni gli scenari per il trattamento delle patologie sono totalmente cambiati. Oggi sono settemila i farmaci in sviluppo nel mondo. Ecco perché una nuova e buona governance, unita alla certezza e alla prevedibilità delle regole, è necessaria per garantire il sistema e rendere l’Italia sempre più attrattiva e competitiva”.
Durante l’incontro si è parlato anche dell’aumento della domanda legata all’evoluzione demografica e alla cronicizzazione di molte patologie. Per rispondere alle nuove esigenze, l’arrivo dei generici, secondo Enrique Häusermann, Presidente di Assogenerici, è stato provvidenziale. “Questo meccanismo virtuoso rappresenta il valore distintivo delle nostre aziende. Generici equivalenti e biosimilari sono un’occasione di cui anche in futuro il Servizio sanitario nazionale ed il Paese non potranno permettersi di fare a meno”.
Häusermann snocciola i dati. “Tra il 2006 ed il 2016, grazie al filgastrim biosimilare, il numero dei pazienti trattati è aumentato di oltre il 53%. Le nostre sessanta aziende, per metà a capitale italiano, che danno lavoro a diecimila addetti investendo cento milioni di euro l’anno con un fatturato di 2,7 miliardi, sono pronte a dare il loro contributo. Ma per farlo serve un patto di stabilità pluriennale che non può che essere il frutto di un dialogo trasparente tra tutte le parti interessate. Le soluzioni giuste – continua il numero uno di Assogenerici – vanno trovate al tavolo della governance e vanno trovate in fretta, prima che l’avvento di nuovi farmaci innovativi attesi dai nostri pazienti esponga il sistema all’obbligo di “selezioni” insopportabili o imponga ai cittadini nuove rinunce alla cura”.
Infine l’evoluzione digitale, quella con la quale ogni aziende deve e dovrà fare i conti nell’immediato futuro. “In un mondo sempre più digital – sottolinea Andrea Mantovani, Country Market Access Head, Sanofi, Milano – è impensabile immaginare un rimborso dei farmaci che non tenga conto della Real World Evidence (esperienza clinica che il paziente vive ogni giorno al di fuori dello studio clinico). Allo stesso modo è fondamentale tenere conto del reale impatto sulla qualità di vita del paziente e degli outcome clinici anche in relazione alle condizioni di accesso già negoziate in precedenza”.

Fonte aboutpharma.com
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