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Implicazioni cardiache dell'infezione da COVID-19, ecco la guida clinica dell'American College of Cardiology


pharmastar.it

Implicazioni cardiache dell'infezione da COVID-19, ecco la guida clinica dell'American College of Cardiology

Giovedi 20 Febbraio 2020  Redazione

È stato pubblicato dall'American College of Cardiology (ACC) un bollettino clinico focalizzato sulle implicazioni cardiache dell'attuale epidemia del nuovo coronavirus, oggi noto come COVID-19. Più precisamente il documento, rivisto e approvato dal Comitato scientifico e di controllo di qualità dell’ACC, offre informazioni sull'epidemia, segnalata per la prima volta alla fine di dicembre 2019, ed esamina il coinvolgimento cardiaco precoce sulla base delle segnalazioni dei casi.
Nel bollettino sono fornite anche informazioni sulle potenziali implicazioni cardiache da analoghe pandemie respiratorie virali, offrendo una guida clinica precoce data l'attuale incertezza relativa al COVID-19.

Questi i casi segnalati
Riguardo le implicazioni cardiache precoci dell'infezione, i primi casi clinici suggeriscono che i pazienti con condizioni sottostanti sono a maggior rischio di complicanze o mortalità a causa del virus, arrivando fino al 50% dei pazienti ospedalizzati che hanno una malattia medica cronica.

Circa il 40% dei pazienti ospedalizzati con infezione virale confermata hanno malattie cardiovascolari o cerebrovascolari, osservano gli esperti, coordinati da Mohammad Madjid, docente di Medicina alla McGovern Medical School University of Texas di Houston, Scott D. Solomon, docente di Medicina all’Harvard Medical School - Brigham and Women’s Hospital di Boston, e Orly Vardeny, docente di Medicina all’University of Minnesota di Minneapolis.

In un recente case report su 138 pazienti ospedalizzati con COVID-19, fanno notare gli autori, il 19,6% ha sviluppato una sindrome da distress respiratorio acuto, il 16,7% aritmia, l'8,7% shock, il 7,2% un danno cardiaco acuto e il 3,6% un danno renale acuto. I tassi delle complicanze erano generalmente più elevati per i pazienti in terapia intensiva.

«La prima morte segnalata è stata quella di un maschio di 61 anni, con una lunga storia di abitudine al fumo, che è deceduto per difficoltà respiratoria acuta, insufficienza cardiaca e arresto cardiaco» si legge nel documento. Inoltre, «alcuni rapporti inediti indicano che almeno alcuni pazienti sviluppano miocardite».

Quali strategie adottare nei pazienti a rischio?
Sottolineando l'attuale incertezza sul virus, il bollettino fornisce le seguenti indicazioni cliniche:
  • il COVID-19 si diffonde attraverso le goccioline e può vivere per periodi duraturi al di fuori del corpo; la priorità rimane il contenimento e la prevenzione basate sulle strategie standard personali e di salute pubblica per prevenire la diffusione di malattie trasmissibili;
  • nelle aree geografiche con trasmissione attiva di COVID-19 (principalmente la Cina), è ragionevole informare i pazienti con patologie cardiovascolari sottostanti del potenziale aumento del rischio e incoraggiare ulteriori precauzioni;
  • gli adulti più anziani hanno meno probabilità di presentarsi con la febbre, quindi è giustificata una valutazione attenta di altri sintomi come la tosse o la mancanza di respiro;
  • alcuni esperti hanno suggerito che l'uso rigoroso di agenti stabilizzatori della placca ateromasica, in modo orientato alle linee guida, possa offrire una protezione aggiuntiva ai pazienti con malattie cardiovascolari (CVD) mentre è in corso un focolaio diffuso (statine, beta-bloccanti, ACE-inibitori, acido acetilsalicilico); in ogni caso tali terapie dovrebbero essere adattate ai singoli pazienti;
  • è importante che i pazienti con CVD rimangano in regola con le vaccinazioni, incluso il vaccino pneumococcico, dato l'aumento del rischio di infezione batterica secondaria; sarebbe anche prudente ricevere la vaccinazione per prevenire un'altra fonte di febbre che potrebbe essere inizialmente confusa con l'infezione da coronavirus; 
  • può essere ragionevole valutare i pazienti con COVID-19 in base alla presenza di sottostanti patologie cardiovascolari, respiratorie, renali e croniche di altro tipo per la scelta di un trattamento prioritario;
  • i clinici devono essere consapevoli che i sintomi classici e la presentazione dell’infarto miocardico acuto possono essere messi in ombra nel contesto dell’infezione da coronavirus, causando una diagnosi determinando una sottodiagnosi;
  • per i pazienti con CVD in aree geografiche senza diffusione di COVID-19, l'enfasi dovrebbe rimanere sulla minaccia dell'influenza, sull'importanza della vaccinazione e del frequente lavaggio delle mani e sul costante rispetto di tutte le terapie orientate alle linee guida per le condizioni croniche sottostanti;
  • quella del COVID-19 è un'epidemia in rapido movimento con un profilo clinico incerto; i medici dovrebbero essere pronti a modificare gli orientamenti clinici quando diverranno disponibili ulteriori informazioni.
Riferimento bibliografico:
American College of Cardiology (ACC) Clinical Bulletin. Cardiac Implications  of Novel Wuhan Coronavirus (COVID-19). 2020:520028.
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Fonte: pharmastar.it
URL:https://www.pharmastar.it/news/cardio/implicazioni-cardiache-dellinfezione-da-covid-19-ecco-la-guida-clinica-dellamerican-college-of-cardiology-31417

https://www.acc.org/~/media/665AFA1E710B4B3293138D14BE8D1213.pdf