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Porfiria epatica acuta, approvazione europea per givosiran
Martedi 3 Marzo 2020 Redazione
La Commissione europea ha approvato il farmaco biotecnologico givosiran per il trattamento della porfiria epatica acuta in pazienti adulti e adolescenti a partire dai 12 anni d'età. E' il primo trattamento specifico per questa malattia approvato in Europa. Givosiran si basa su un principio molecolare estremamente interessante, ovvero l'interferenza sull'Rna (Rnai) attraverso la quale viene silenziata l'espressione di un gene difettoso e causa di malattia. Sviluppato dalla biotech americana Alnylam, leader mondiale nella tecnologia della RNA interference, sarà messo in commercio con il marchio Givlaari.
La crisi si presenta con dolori addominali intensi, diffusi e ricorrenti, associati o meno a dolore alla schiena e a dolore e tensione alla radice degli arti; il paziente può avere coinvolgimento del sistema nervoso centrale, con confusione e alterazioni dell’umore e del comportamento, nausea e vomito con tachicardia e ipertensione. Le crisi possono durare giorni interi e diventare insopportabili.
E’ una sintomatologia che pone gravi problemi diagnostici in quanto può essere facilmente confusa con altre patologie molto più frequenti. L’unico segno, spesso frequente e abbastanza caratteristico, è la colorazione delle urine, che tendono a diventare rosso scuro (rosso porto) ma che non deve essere scambiata per ematuria; la presenza di questa colorazione anomala associata a dolori di cui non si capisce l’origine dovrebbe far sospettare di essere alla presenza di un attacco porfirico acuto.
Oggi, la Commissione europea ha approvato il farmaco biotecnologico givosiran per il trattamento della porfiria epatica acuta in pazienti adulti e adolescenti a partire dai 12 anni d’età. E’ il primo trattamento specifico per questa malattia approvato in Europa.
Sviluppato dalla biotech americana Alnylam, leader mondiale nella tecnologia della RNA interference, che è la tecnologia su cui si basa il farmaco, sarà messo in commercio con il marchio Gvilaari.
Come agisce givosiran
Givosiran si basa su un principio molecolare estremamente interessante, ovvero l’interferenza sull’Rna (Rnai) atraverso la quale viene silenziata l’espressione di un gene difettosi e causa di malattia. Ha come bersaglio l'acido aminolevulinico sintasi 1 (ALAS1). La riduzione sostenuta dei livelli di AlaS1 epatico indotti dalla malattia si traduce una diminuzione fino a livelli quasi normali degli intermedi neurotossici dell'eme, l'acido aminolevulinico (Ala) e il porfobilinogeno (Pbg). In questo modo givosiran può potenzialmente prevenire o ridurre l'insorgenza di attacchi gravi e pericolosi per la vita, tenere sotto controllo i sintomi cronici e ridurre il carico della malattia.
Il commento degli esperti
«Le porfirie sono malattie rare poco conosciute o poco diagnosticate che si distinguono in diverse forme - ha dichiarato ai microfoni di PharmaStar la prof.ssa Maria Domenica Ceppellini, Ordinario di Medicina interna, Fondazione IRCCS Policlinico, Università degli Studi di Milano- Ma quella sicuramente peggiore e clinicamente più complessa da diagnosticare è la forma acuta intermittente, che si caratterizza per delle crisi acute con dolori addominali estremamente importanti che spesso vengono anche confuse con addomi acuti e finiscono in sala operatoria, con iposodiemia, aumento della pressione, stipsi, a volte anche disturbi di comportamento e disturbi psichiatrici. Queste crisi, che sono anche intervallate da periodi di apparente benessere, se non vengono riconosciute per tempo possono essere fatali. »
«Questo nuovo farmaco – sottolinea la prof.ssa Cappellini- il primo con questa funzione specifica, ha dimostrato in uno studio registrativo la riduzione significativa del numero di attacchi acuti, con ovviamente un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti. È un passo assolutamente rilevante nell’approccio terapeutico delle porfirie, che fino a ora non avevano alcuna terapia specifica. Naturalmente ora che il farmaco è registrato, sarà estremamente importante identificare i pazienti, che anche a scopo preventivo possono beneficiare di questo trattamento, e sicuramente essere consapevoli che è una terapia da implementare in quanti hanno ripetute crisi acute nel corso dell’anno. È un passo sicuramente importante che determinerà anche un cambio significativo nella qualità di vita dei pazienti, enormemente inficiata dalla preoccupazione e dal rischio di avere questi attacchi non riconosciuti per tempo.»
«Il farmaco fino a oggi utilizzato, l’arginato di eme, è efficace negli attacchi acuti ma ha una durata di tempo limitata, quindi nei malati che hanno crisi ricorrenti è necessario instaurare una terapia di mantenimento con arginato di eme che però può essere gravata da effetti collaterali importanti. Per esempio è necessario il posizionamento di un accesso venoso centrale, possono insorgere problemi a livello venoso e anche trombosi e, col tempo, anche un accumulo di ferro a livello epatico» aveva dichiarato ai microfoni di PharmaStar in occasione dell’EASL il professor Paolo Ventura, del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell'Adulto - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, nonchè segretario del Gruppo Italiano Porfiria e membro del board European Porphyria Network.
Cosa sono le porfirie
Le porfirie sono un insieme di malattie rare, causate da un difetto presente in uno degli enzimi che partecipano in cascata al processo di biosintesi dell’eme, componente essenziale dell’emoglobina. Il difetto enzimatico comporta l’accumulo dei precursori della reazione catalizzata dall’enzima stesso e questi sono responsabili delle manifestazioni cliniche.
Sebbene raggruppate sotto il nome comune “porfiria”, nella realtà sono malattie diverse, dovute a difetti di enzimi differenti e si presentano agli occhi del medico in forme molto varie, con un’epidemiologia quantomeno disomogenea; pur restando nell’ambito delle malattie rare, alcune forme di porfiria affliggono meno di 100 pazienti in tutto il mondo, altre forme sono presenti, in specifiche aree geografiche, in una persona su 300.
Anche le manifestazioni cliniche differiscono molto. Le forme a prevalente interessamento cutaneo sono spesso associate a una fortissima fotosensibilità, che nei casi più gravi rende impossibile l’esposizione al sole, non solo in spiaggia ma anche durante le nebbie invernali, dando origine probabilmente al mito dei vampiri.
Le forme a prevalente interessamento neuroviscerale, che sono quelle per cui è stato approvato il givosiran, durante le crisi causano fortissimi dolori addominali, nausea e vomito, ma anche sintomi neurologici.
La porfiria epatica acuta
Si tratta di un disturbo genetico che provoca l'accumulo di molecole tossiche di porfirina che si formano durante la produzione di eme (che aiuta a legare l'ossigeno nel sangue).
Questo accumulo può causare attacchi acuti, noti come attacchi di porfiria, che possono portare a forti dolori e paralisi, insufficienza respiratoria, convulsioni e cambiamenti di stato mentale. Questi attacchi si verificano improvvisamente e possono produrre danni neurologici permanenti e morte.
Stabilire la prevalenza della malattia è molto difficile, in quanto in molti casi non viene diagnosticata in maniera corretta. Si stima che circa 3mila persone negli Stati Uniti e in Europa con la malattia potrebbe essere idoneo per il farmaco in base alle indicazioni approvate.
"La paura di non sapere quando un attacco colpirà, unita ai sintomi continui tra un attacco e l'altro, influisce su ogni aspetto della vita dei pazienti, limitando la loro capacità di lavorare e di mantenere una vita sociale", ha detto la dottoressa Eliane Sardh, responsabile del Porphyria Centre Sweden, Karolinska University Hospital, Svezia. "Nella nostra esperienza, la vita è molto diversa per i pazienti da quando sono stati trattati con givosiran. Oltre ad una riduzione del numero di attacchi di porfiria che richiedono il ricovero in ospedale e visite mediche urgenti, abbiamo visto miglioramenti nel modo in cui i pazienti riferiscono il loro stato di salute generale e la qualità della vita, quindi questa approvazione è veramente significativa per i pazienti, le loro famiglie e gli operatori sanitari che li curano". Alcuni dei nostri pazienti sono stati in grado di raggiungere importanti traguardi personali e professionali che prima non sarebbero stati possibili".
E’ una sintomatologia che pone gravi problemi diagnostici in quanto può essere facilmente confusa con altre patologie molto più frequenti. L’unico segno, spesso frequente e abbastanza caratteristico, è la colorazione delle urine, che tendono a diventare rosso scuro (rosso porto) ma che non deve essere scambiata per ematuria; la presenza di questa colorazione anomala associata a dolori di cui non si capisce l’origine dovrebbe far sospettare di essere alla presenza di un attacco porfirico acuto.
Oggi, la Commissione europea ha approvato il farmaco biotecnologico givosiran per il trattamento della porfiria epatica acuta in pazienti adulti e adolescenti a partire dai 12 anni d’età. E’ il primo trattamento specifico per questa malattia approvato in Europa.
Sviluppato dalla biotech americana Alnylam, leader mondiale nella tecnologia della RNA interference, che è la tecnologia su cui si basa il farmaco, sarà messo in commercio con il marchio Gvilaari.
Come agisce givosiran
Givosiran si basa su un principio molecolare estremamente interessante, ovvero l’interferenza sull’Rna (Rnai) atraverso la quale viene silenziata l’espressione di un gene difettosi e causa di malattia. Ha come bersaglio l'acido aminolevulinico sintasi 1 (ALAS1). La riduzione sostenuta dei livelli di AlaS1 epatico indotti dalla malattia si traduce una diminuzione fino a livelli quasi normali degli intermedi neurotossici dell'eme, l'acido aminolevulinico (Ala) e il porfobilinogeno (Pbg). In questo modo givosiran può potenzialmente prevenire o ridurre l'insorgenza di attacchi gravi e pericolosi per la vita, tenere sotto controllo i sintomi cronici e ridurre il carico della malattia.
Il commento degli esperti
«Le porfirie sono malattie rare poco conosciute o poco diagnosticate che si distinguono in diverse forme - ha dichiarato ai microfoni di PharmaStar la prof.ssa Maria Domenica Ceppellini, Ordinario di Medicina interna, Fondazione IRCCS Policlinico, Università degli Studi di Milano- Ma quella sicuramente peggiore e clinicamente più complessa da diagnosticare è la forma acuta intermittente, che si caratterizza per delle crisi acute con dolori addominali estremamente importanti che spesso vengono anche confuse con addomi acuti e finiscono in sala operatoria, con iposodiemia, aumento della pressione, stipsi, a volte anche disturbi di comportamento e disturbi psichiatrici. Queste crisi, che sono anche intervallate da periodi di apparente benessere, se non vengono riconosciute per tempo possono essere fatali. »
«Questo nuovo farmaco – sottolinea la prof.ssa Cappellini- il primo con questa funzione specifica, ha dimostrato in uno studio registrativo la riduzione significativa del numero di attacchi acuti, con ovviamente un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti. È un passo assolutamente rilevante nell’approccio terapeutico delle porfirie, che fino a ora non avevano alcuna terapia specifica. Naturalmente ora che il farmaco è registrato, sarà estremamente importante identificare i pazienti, che anche a scopo preventivo possono beneficiare di questo trattamento, e sicuramente essere consapevoli che è una terapia da implementare in quanti hanno ripetute crisi acute nel corso dell’anno. È un passo sicuramente importante che determinerà anche un cambio significativo nella qualità di vita dei pazienti, enormemente inficiata dalla preoccupazione e dal rischio di avere questi attacchi non riconosciuti per tempo.»
«Il farmaco fino a oggi utilizzato, l’arginato di eme, è efficace negli attacchi acuti ma ha una durata di tempo limitata, quindi nei malati che hanno crisi ricorrenti è necessario instaurare una terapia di mantenimento con arginato di eme che però può essere gravata da effetti collaterali importanti. Per esempio è necessario il posizionamento di un accesso venoso centrale, possono insorgere problemi a livello venoso e anche trombosi e, col tempo, anche un accumulo di ferro a livello epatico» aveva dichiarato ai microfoni di PharmaStar in occasione dell’EASL il professor Paolo Ventura, del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell'Adulto - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, nonchè segretario del Gruppo Italiano Porfiria e membro del board European Porphyria Network.
Cosa sono le porfirie
Le porfirie sono un insieme di malattie rare, causate da un difetto presente in uno degli enzimi che partecipano in cascata al processo di biosintesi dell’eme, componente essenziale dell’emoglobina. Il difetto enzimatico comporta l’accumulo dei precursori della reazione catalizzata dall’enzima stesso e questi sono responsabili delle manifestazioni cliniche.
Sebbene raggruppate sotto il nome comune “porfiria”, nella realtà sono malattie diverse, dovute a difetti di enzimi differenti e si presentano agli occhi del medico in forme molto varie, con un’epidemiologia quantomeno disomogenea; pur restando nell’ambito delle malattie rare, alcune forme di porfiria affliggono meno di 100 pazienti in tutto il mondo, altre forme sono presenti, in specifiche aree geografiche, in una persona su 300.
Anche le manifestazioni cliniche differiscono molto. Le forme a prevalente interessamento cutaneo sono spesso associate a una fortissima fotosensibilità, che nei casi più gravi rende impossibile l’esposizione al sole, non solo in spiaggia ma anche durante le nebbie invernali, dando origine probabilmente al mito dei vampiri.
Le forme a prevalente interessamento neuroviscerale, che sono quelle per cui è stato approvato il givosiran, durante le crisi causano fortissimi dolori addominali, nausea e vomito, ma anche sintomi neurologici.
La porfiria epatica acuta
Si tratta di un disturbo genetico che provoca l'accumulo di molecole tossiche di porfirina che si formano durante la produzione di eme (che aiuta a legare l'ossigeno nel sangue).
Questo accumulo può causare attacchi acuti, noti come attacchi di porfiria, che possono portare a forti dolori e paralisi, insufficienza respiratoria, convulsioni e cambiamenti di stato mentale. Questi attacchi si verificano improvvisamente e possono produrre danni neurologici permanenti e morte.
Stabilire la prevalenza della malattia è molto difficile, in quanto in molti casi non viene diagnosticata in maniera corretta. Si stima che circa 3mila persone negli Stati Uniti e in Europa con la malattia potrebbe essere idoneo per il farmaco in base alle indicazioni approvate.
"La paura di non sapere quando un attacco colpirà, unita ai sintomi continui tra un attacco e l'altro, influisce su ogni aspetto della vita dei pazienti, limitando la loro capacità di lavorare e di mantenere una vita sociale", ha detto la dottoressa Eliane Sardh, responsabile del Porphyria Centre Sweden, Karolinska University Hospital, Svezia. "Nella nostra esperienza, la vita è molto diversa per i pazienti da quando sono stati trattati con givosiran. Oltre ad una riduzione del numero di attacchi di porfiria che richiedono il ricovero in ospedale e visite mediche urgenti, abbiamo visto miglioramenti nel modo in cui i pazienti riferiscono il loro stato di salute generale e la qualità della vita, quindi questa approvazione è veramente significativa per i pazienti, le loro famiglie e gli operatori sanitari che li curano". Alcuni dei nostri pazienti sono stati in grado di raggiungere importanti traguardi personali e professionali che prima non sarebbero stati possibili".