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Telemedicina: la nuova frontiera della responsabilità professionale medica


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Telemedicina: la nuova frontiera della responsabilità professionale medica

 All'interno del webinar "Digital Health la nuova frontiera della professione medica: implicazioni giuridiche e medico-legali" promosso da Emergenza Sorrisi presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS gli esperti si sono confrontati su questo tema che collega la pratica chirurgica e la discussione giuridica.


Martedi 20 Aprile 2021

La modalità di lavoro da remoto, sempre più utilizzata a causa della pandemia, sta cambiando il modo di fare formazione e, in ambito medico, offre strumenti rivoluzionari per la chirurgia a distanza, la robotica e la telemedicina. L’uso della tecnologia ha un impatto dal punto di vista giuridico rispetto ai temi che riguardano la responsabilità sanitaria oltre a implicazioni sulla tutela dei dati personali, sulla competenza giuridica e sul contenzioso. All’interno del webinar “Digital Health la nuova frontiera della professione medica: implicazioni giuridiche e medico-legali” promosso da Emergenza Sorrisi presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS gli esperti si sono confrontati su questo tema che collega la pratica chirurgica e la discussione giuridica.

“Oggi la professione medica non può prescindere dall’uso delle tecnologie. Il digitale porterà a fare diagnosi, operazioni, e prescrivere terapie. Un avanzamento che inevitabilmente si assocerà anche a problematiche di tipo medico-legale” – ha ricordato il Prof. Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. 

A seguire il Prof. Vincenzo Lorenzo Pascali, Professore Ordinario – Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina legale della Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica, durante il suo intervento introduttivo ha illustrato lo schema tipo di un contenzioso nell’epoca della Digital Health: un contenzioso che non riguarda solo il medico, ma che si allarga a tantissime altre figure professionali come la società che ha prodotto il robot, l’ingegnere che lo ha programmato, il sistema 5G che non ha funzionato bene. Situazioni complesse in cui ognuno ritiene che l’errore sia prodotto dall’altro.

“È importante che la tecnologia applicata alla disciplina medica non condizioni le scelte dei vari operatori. Non deve essere il medico ad adeguarsi al software, ma deve essere il software a dare una mano al medico per esprimere al meglio la propria professionalità” – ha precisato Il Dott. Antonio Magi, Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma. L’ordine dei medici di Roma ha avviato assieme all’Ordine degli Avvocati di Roma un protocollo d’intesa per segnalare i comportamenti scorretti e intervenire in via preventiva cercando di moderare il contezioso medico legale limitandolo a quello reale. “Con lo sviluppo della telematica i profili di rischi si intensificano e anche il tema della responsabilità medica aumenta. Ci sono molte responsabilità e tante frontiere inesplorate che per gli operatori sono fonte di preoccupazione e tensione”- ha spiegato lAvv. Antonino Galletti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

L’utilizzo della telemedicina porta con sé anche una serie di riflessioni etiche. “A fronte di un progresso trasformativo dirompente come quello della telemedicina nella tutela della salute una riflessione etica è fondamentale” – spiega lAvv. Donatella Cerè, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma e Responsabile Commissione Responsabilità Professionale C.O.A. “Bisogna informare i pazienti dei rischi e dei benefici derivanti dall’uso della tecnologia per garantire una maggiore consapevolezza della scelta spiegando tutti i percorsi alternativi e garantendo un approccio largo e rappresentativo e non selettivo e discriminante”.

A seguire il Prof. Sergio Alfieri, Direttore U.O.C. di Chirurgia Digestiva, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore è intervenuto sul tema della formazione chirurgica a distanza e sull’importanza della simulazione nella formazione chirurgica. “L’utilizzo dei simulator dovrebbe essere regolamentato nella formazione medica. Oggi esistono tantissime piattaforme accessibili da ogni latitudine che consentono ai giovani chirurghi di imparare a utilizzare i ferri, gli strumenti di chirurgia mininvasiva, riconoscere e spostare le varie sedi anatomiche”.

La Dott.ssa Martina Flamini, Giudice della Prima Sezione Civile del Tribunale di Milano ha messo in evidenza nel suo intervento le regole della responsabilità del medico e della struttura sanitaria rispetto alla salute digitale evidenziando come “nella legislazione vigente la responsabilità contrattuale rimane in mano alla struttura sanitaria anche se con sconforto vediamo numerose clausole contrattuali in cui le strutture cercano di scaricare tutta la responsabilità sul professionista sanitario. La telemedicina comporta un nuovo e rinnovato tentativo di delegare la responsabilità a chi compie l’atto medico, ma l’attuale ordinamento ha degli anticorpi per reagire a tutto questo e si potranno risolvere anche questo tipo di controversie.”

L’Avv. Francesca Toppetti, Esperta in responsabilità professionale medica e diritto sanitario e Componente Commissione Responsabilità Professionale C.O.A Roma ha illustrato i vantaggi e le criticità della tecnologia in relazione al consenso e alla tutela dei dati personali negli interventi chirurgici e negli atti terapeutici da remoto. “Con la telemedicina avviene una dematerializzazione della prestazione sanitaria e della struttura sanitaria e si integrano tre mondi distinti: la medicina, le telecomunicazioni e l’IT. Lo scambio di dati sanitari informatici con la telemedicina determina la trasmissione del segreto professionale e con esso il rischio del cybercrime. Il bene giuridico della riservatezza deve essere adeguatamente garantito e questo postula uno scenario in cui le compagnie assicurative avranno un peso molto importante perché dovranno curare anche questo rischio”.

Nello specifico settore della telemedicina è complesso identificare chi sia il giudice competente a trattare il contenzioso soprattutto nell’ipotesi in cui medico e paziente si trovino in luoghi diversi del territorio italiano o internazionale. Il Prof. Avv. Stefano Recchioni, Professore ordinario di diritto processuale civile presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale ha precisato che “il nostro codice di procedura civile radica la competenza e la giurisdizione nel luogo di residenza del medico o della struttura sanitaria che ha reso la prestazione. Occorre però distinguere se l’impiego della strumentazione elettronica vada ricondotto alla responsabilità contrattuale o si possano ipotizzare altre forme di responsabilità extra-contrattuale. Se la manovra errata di un robot è attribuibile all’operatore si può parlare di competenza contrattuale, ma se il danno viene fatto dal robot stesso si interrompe il nesso di causalità e non ci si trova di fronte a un adempimento del carattere contrattuale.”

Il Prof. Avv. Matteo Caputo, Professore Associato di Diritto Penale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha messo in evidenza i profili di responsabilità penale in relazione alla robotica nell’Healthcare. “Tutti apprezziamo i vantaggi di questa tecnologia, ma dobbiamo riflettere sul fatto che le società che investono nella realizzazione dei device sono titolari di una conoscenza che genera un’asimmetria informativa rispetto agli operatori, ai pazienti e alle autorità pubbliche. Questa asimmetria va rimodulata attraverso obblighi di ricondivisione del Know How rilevante per la prevenzione dei rischi”.

Il Prof. Antonio Oliva, Professore associato di Medicina Legale, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha concluso il workshop con una riflessione sulle implicazioni medico-legali dell’errore tecnico nel decision-making nei sistemi complessi di salute digitale e ha ricordato che “a lungo andare l’utilizzo della tecnologia e di strumenti come l’intelligenza artificiale potrebbe portare ad un fenomeno di deskill della professione medica condizionando e rendendo passivo il giudizio del  medico”.

 

 


Fonte: www.pharmastar.it
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