lescienze.it
02 agosto 2017
02 agosto 2017
Corretta con CRISPR una mutazione in embrioni umani
Usando la tecnica di editing genetico CRISPR è stata corretta in alcuni embrioni umani una mutazione che provoca la cardiomiopatia ipertrofica, una malattia ereditaria che può causare la morte cardiaca improvvisa. La sperimentazione è avvenuta senza provocare effetti indesiderati, ma prima di passare alle applicazioni cliniche saranno necessari ancora molti studi(red)
Una prima dimostrazione della possibilità di correggere in modo sicuro mutazioni genetiche patogene in embrioni umani - in modo da impedirne la trasmissione alle generazioni future - è stata realizzata da un gruppo di ricercatori della Oregon Health & Science University e del Salk Institute for Biological Studies a La Jolla, in collaborazione con altri centri universitari internazionali, che illustrano il loro studio su "Nature".
I ricercatori avvertono che prima di poter pensare a un'applicazione clinica saranno necessari ancora numerosi studi che confermino sia la sicurezza della tecnica, sia la sua applicabilità a mutazioni differenti da quella studiata.
Shoukhrat Mitalipov e colleghi hanno dimostrato che con la tecnica CRISPR-Cas9 è possibile correggere una mutazione che provoca una cardiomiopatia ipertrofica senza che si verifichino le due conseguenze più temute tra quelle potenzialmente associate alle tecniche di correzione genetica degli embrioni: il mosaicismo - la condizione in cui la correzione genetica riesce solo in alcune cellule dell'embrione portando a una miscela di cellule sane e malate nei diversi tessuti e organi - e l'insorgenza di nuove mutazioni indesiderate.
La cardiomiopatia ipertrofica - una malattia cardiaca ereditaria che colpisce circa una persona su 500 e che può causare morte cardiaca improvvisa e insufficienza cardiaca - è in genere legata a una mutazione a carico del gene per la proteina MYBPC3, che contribuisce al mantenimento strutturale del muscolo cardiaco e alla regolazione della sua contrazione e del rilassamento. La malattia si manifesta sotto forma di insufficienza cardiaca anche se la mutazione riguarda una sola copia dei due geni per questa proteina.
Mitalipov e colleghi hanno mostrato che modulando lo stadio del ciclo
cellulare durante cui viene applicata la tecnica CRISPR-Cas9 è possibile ottenere embrioni in cui tutte le cellule portano il gene corretto, senza che vi siano segni dell'introduzione di altre mutazioni indesiderate.
I ricercatori avvisano però che quello da loro affrontato era un caso in cui la mutazione era presente in uno solo dei geni. Inoltre, è necessario escludere che l'assenza di mutazioni indesiderate sia legata a una fortunata specificità del gene MYBPC3.
CRISPR-Cas9 raggiunge infatti il punto esatto in cui deve operare grazie a un filamento di RNA costruito in modo da legarsi proprio a quel punto. Ma se ci sono regioni del genoma che hanno una grande somiglianza con la sequenza di DNA presa di mira dal filamento-guida di RNA, CRISPR-Cas9 potrebbe agire anche fuori dal suo bersaglio. Il fatto che ciò non si sia verificato nel caso della mutazione di MYBPC3 trattata, non esclude che possa verificarsi per mutazioni diverse o a carico di altri geni
I ricercatori avvertono che prima di poter pensare a un'applicazione clinica saranno necessari ancora numerosi studi che confermino sia la sicurezza della tecnica, sia la sua applicabilità a mutazioni differenti da quella studiata.
Shoukhrat Mitalipov e colleghi hanno dimostrato che con la tecnica CRISPR-Cas9 è possibile correggere una mutazione che provoca una cardiomiopatia ipertrofica senza che si verifichino le due conseguenze più temute tra quelle potenzialmente associate alle tecniche di correzione genetica degli embrioni: il mosaicismo - la condizione in cui la correzione genetica riesce solo in alcune cellule dell'embrione portando a una miscela di cellule sane e malate nei diversi tessuti e organi - e l'insorgenza di nuove mutazioni indesiderate.
La cardiomiopatia ipertrofica - una malattia cardiaca ereditaria che colpisce circa una persona su 500 e che può causare morte cardiaca improvvisa e insufficienza cardiaca - è in genere legata a una mutazione a carico del gene per la proteina MYBPC3, che contribuisce al mantenimento strutturale del muscolo cardiaco e alla regolazione della sua contrazione e del rilassamento. La malattia si manifesta sotto forma di insufficienza cardiaca anche se la mutazione riguarda una sola copia dei due geni per questa proteina.
Mitalipov e colleghi hanno mostrato che modulando lo stadio del ciclo
I ricercatori avvisano però che quello da loro affrontato era un caso in cui la mutazione era presente in uno solo dei geni. Inoltre, è necessario escludere che l'assenza di mutazioni indesiderate sia legata a una fortunata specificità del gene MYBPC3.
CRISPR-Cas9 raggiunge infatti il punto esatto in cui deve operare grazie a un filamento di RNA costruito in modo da legarsi proprio a quel punto. Ma se ci sono regioni del genoma che hanno una grande somiglianza con la sequenza di DNA presa di mira dal filamento-guida di RNA, CRISPR-Cas9 potrebbe agire anche fuori dal suo bersaglio. Il fatto che ciò non si sia verificato nel caso della mutazione di MYBPC3 trattata, non esclude che possa verificarsi per mutazioni diverse o a carico di altri geni