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Spondilite anchilosante, l'aggiunta di FANS alla terapia con anti-TNF riduce la progressione radiografica a 2 e 4 anni. #EULAR2018
Nei pazienti con spondilite anchilosante in terapia con inibitori del fattore di necrosi tumorale, l'aggiunta di farmaci anti-infiammatori non steroidei è stata associata a una riduzione significativa dose-dipendente della progressione radiografica a due e quattro anni.
E' quanto emerge dai risultati di uno studio presentato all'Annual European Congress of Rheumatology (EULAR 2018) che si è tenuto ad Amsterdam.
Nei pazienti con spondilite anchilosante (SA) in terapia con inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNFi), l'aggiunta di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) ha un effetto sinergico nel rallentamento della progressione radiografica, con l'effetto maggiore in quanti usano sia i FANS che l’inibitore TNF ad alte dosi. Celecoxib sembra conferire il maggior beneficio nella riduzione della progressione.
Sono i risultati di uno studio presentato all'Annual European Congress of Rheumatology (EULAR 2018) che si è tenuto ad Amsterdam.
«I nostri risultati suggeriscono che l'uso di inibitori del TNF e FANS, in particolare celecoxib, hanno un effetto sinergico per rallentare la progressione radiografica nei pazienti con SA, in particolare alle dosi più elevate», ha detto l’autrice dello studio Lianne Gensler, dell’Università della California, a San Francisco. «Questo è il primo studio che ha valutato se gli effetti sono comparabili tra i diversi FANS».
«La progressione radiografica ha un impatto importante sulla mobilità dei pazienti, oltre a influire sul loro benessere generale e sulla vita quotidiana», ha affermato Robert Landewé, presidente del comitato del programma scientifico dell’EULAR. «Accogliamo con favore questi risultati che supportano un potenziale effetto modificante della malattia in pazienti con spondilite anchilosante che assumono terapie attuali».
Spondilite anchilosante
E’ una malattia infiammatoria cronica che può essere classificata come malattia assiale o non assiale (periferica), in base a quali articolazioni del corpo sono interessate. Nel tempo, le articolazioni possono danneggiarsi, un processo denominato progressione radiografica o strutturale.
I FANS sono la terapia di prima linea per i pazienti con SA. Se i pazienti hanno una scarsa risposta, controindicazioni o intolleranza ai FANS, possono essere somministrati inibitori del TNF (TNFi).
L’attuale approccio terapeutico è basato sul sollievo sintomatico, tuttavia ci sono anche evidenze che i FANS, se assunti in modo continuo, possono rallentare la progressione radiografica. Le prove dell’impatto degli inibitori del TNF sulla progressione radiografica non sono chiare, nonostante la loro buona efficacia clinica. Molti pazienti interrompono l’uso di FANS quando vengono trattati con gli anti-TNF, a causa del buon controllo dei sintomi, pertanto esistono dati molto limitati sull'impatto della terapia combinata.
Lo studio prospettico
I ricercatori hanno analizzato i dati di 519 pazienti con spondilite anchilosante con almeno quattro anni di follow-up clinico e radiografico, dati che provenivano da una vasta coorte prospettica chiamata PSOAS (Prospective Study of Outcomes in Ankylosing Spondylitis).
L'età media dei partecipanti era di 41,4 anni, il 75% erano uomini e la durata media dei sintomi era di 17 anni.
All’inizio dello studio il 66% dei pazienti assumeva FANS. Una metà aveva un punteggio dello Spondyloarthritis International Society NSAID intake inferiore a 50, e metà un punteggio di 50 o superiore. Un totale del 46% dei pazienti usava TNFi al basale.
I pazienti sono stati sottoposti a radiografie al basale e ogni 2 anni. I dati clinici e farmacologici sono stati raccolti ogni 6 mesi.
La progressione radiografica è stata misurata utilizzando lo Stoke Ankylosing Spondylitis Spine Score modificato (mSASSS). L'analisi è stata aggiustata per sesso, razza/etnia, istruzione, durata dei sintomi, anno di iscrizione, numero di anni di trattamento con TNFi, durata dei sintomi all’inizio della terapia con anti-TNF, mSASSS al basale, ASDAS-CRP (Ankylosing Spondylitis Disease Activity Score-C-reactive protein), abitudine al fumo e visite perse.
Sinergia tra TNFi e FANS, specialmente celecoxib
Nei pazienti che assumevano TNFi, l'aggiunta della terapia con FANS era associata a una minore progressione radiografica in maniera dose-dipendente dopo quattro anni. La differenza media nel mSASSS tra l'uso o meno di TNFi a quattro anni, senza l’uso di FANS è stata di 0,50 (p=0,38), con basse dosi di FANS -1,24 (p<0,001) e con FANS ad alte dosi -3,31 (p<0,001).
«Non siamo stati sorpresi dal fatto che il TNFi da solo fosse associato una riduzione della progressione a 4 anni, ma non a 2», ha affermato la Gensler. «La nostra esperienza clinica rispecchia questo risultato, e in precedenza avevamo pubblicato un'associazione trasversale che ha mostrato che ci voleva più tempo per vedere questo impatto rispetto ai 2 anni rilevati da studi precedenti».
«Tuttavia, gli effetti dei FANS sulla progressione radiografica erano controversi, per via uno studio precoce con celecoxib che mostrava un beneficio con una dose continua (invece che su richiesta), e uno studio più recente con diclofenac senza alcun beneficio», ha aggiunto.
Quando sono stati esaminati gli effetti dei diversi tipi di FANS, celecoxib in combinazione con l'uso di TNFi è stato associato con la maggiore riduzione della progressione radiografica, un risultato significativo sia a due che a quattro anni. La differenza media nel mSASSS tra TNFi e nessun TNFi utilizzato per celecoxib era -3,98 (p<0,001) e -4,69 (p<0,001) rispettivamente a due e quattro anni.
«Questi dati suggeriscono che non tutti i FANS sono uguali e che i farmaci che usiamo potrebbero non agire da soli», ha affermato la Gensler. «Nonostante questo, quando mi siederò di fronte a un paziente, lo tratterò prima di tutto basandomi sui sintomi e sull'attività della malattia, anche se forse sceglierò di essere più selettiva sui FANS, se è giustificato e fattibile».
I prossimi passi per la ricerca includono uno studio controllato randomizzato che combina TNFi e diversi FANS o dosi differenti.
Bibliografia
Gensler L et al. OP0198 Combined effects of tumour necrosis factor inhibitors and nsaids on radiographic progression in ankylosing spondylitis. Annals of the Rheumatic Diseases 2018;77:148.
Sono i risultati di uno studio presentato all'Annual European Congress of Rheumatology (EULAR 2018) che si è tenuto ad Amsterdam.
«I nostri risultati suggeriscono che l'uso di inibitori del TNF e FANS, in particolare celecoxib, hanno un effetto sinergico per rallentare la progressione radiografica nei pazienti con SA, in particolare alle dosi più elevate», ha detto l’autrice dello studio Lianne Gensler, dell’Università della California, a San Francisco. «Questo è il primo studio che ha valutato se gli effetti sono comparabili tra i diversi FANS».
«La progressione radiografica ha un impatto importante sulla mobilità dei pazienti, oltre a influire sul loro benessere generale e sulla vita quotidiana», ha affermato Robert Landewé, presidente del comitato del programma scientifico dell’EULAR. «Accogliamo con favore questi risultati che supportano un potenziale effetto modificante della malattia in pazienti con spondilite anchilosante che assumono terapie attuali».
Spondilite anchilosante
E’ una malattia infiammatoria cronica che può essere classificata come malattia assiale o non assiale (periferica), in base a quali articolazioni del corpo sono interessate. Nel tempo, le articolazioni possono danneggiarsi, un processo denominato progressione radiografica o strutturale.
I FANS sono la terapia di prima linea per i pazienti con SA. Se i pazienti hanno una scarsa risposta, controindicazioni o intolleranza ai FANS, possono essere somministrati inibitori del TNF (TNFi).
L’attuale approccio terapeutico è basato sul sollievo sintomatico, tuttavia ci sono anche evidenze che i FANS, se assunti in modo continuo, possono rallentare la progressione radiografica. Le prove dell’impatto degli inibitori del TNF sulla progressione radiografica non sono chiare, nonostante la loro buona efficacia clinica. Molti pazienti interrompono l’uso di FANS quando vengono trattati con gli anti-TNF, a causa del buon controllo dei sintomi, pertanto esistono dati molto limitati sull'impatto della terapia combinata.
Lo studio prospettico
I ricercatori hanno analizzato i dati di 519 pazienti con spondilite anchilosante con almeno quattro anni di follow-up clinico e radiografico, dati che provenivano da una vasta coorte prospettica chiamata PSOAS (Prospective Study of Outcomes in Ankylosing Spondylitis).
L'età media dei partecipanti era di 41,4 anni, il 75% erano uomini e la durata media dei sintomi era di 17 anni.
All’inizio dello studio il 66% dei pazienti assumeva FANS. Una metà aveva un punteggio dello Spondyloarthritis International Society NSAID intake inferiore a 50, e metà un punteggio di 50 o superiore. Un totale del 46% dei pazienti usava TNFi al basale.
I pazienti sono stati sottoposti a radiografie al basale e ogni 2 anni. I dati clinici e farmacologici sono stati raccolti ogni 6 mesi.
La progressione radiografica è stata misurata utilizzando lo Stoke Ankylosing Spondylitis Spine Score modificato (mSASSS). L'analisi è stata aggiustata per sesso, razza/etnia, istruzione, durata dei sintomi, anno di iscrizione, numero di anni di trattamento con TNFi, durata dei sintomi all’inizio della terapia con anti-TNF, mSASSS al basale, ASDAS-CRP (Ankylosing Spondylitis Disease Activity Score-C-reactive protein), abitudine al fumo e visite perse.
Sinergia tra TNFi e FANS, specialmente celecoxib
Nei pazienti che assumevano TNFi, l'aggiunta della terapia con FANS era associata a una minore progressione radiografica in maniera dose-dipendente dopo quattro anni. La differenza media nel mSASSS tra l'uso o meno di TNFi a quattro anni, senza l’uso di FANS è stata di 0,50 (p=0,38), con basse dosi di FANS -1,24 (p<0,001) e con FANS ad alte dosi -3,31 (p<0,001).
«Non siamo stati sorpresi dal fatto che il TNFi da solo fosse associato una riduzione della progressione a 4 anni, ma non a 2», ha affermato la Gensler. «La nostra esperienza clinica rispecchia questo risultato, e in precedenza avevamo pubblicato un'associazione trasversale che ha mostrato che ci voleva più tempo per vedere questo impatto rispetto ai 2 anni rilevati da studi precedenti».
«Tuttavia, gli effetti dei FANS sulla progressione radiografica erano controversi, per via uno studio precoce con celecoxib che mostrava un beneficio con una dose continua (invece che su richiesta), e uno studio più recente con diclofenac senza alcun beneficio», ha aggiunto.
Quando sono stati esaminati gli effetti dei diversi tipi di FANS, celecoxib in combinazione con l'uso di TNFi è stato associato con la maggiore riduzione della progressione radiografica, un risultato significativo sia a due che a quattro anni. La differenza media nel mSASSS tra TNFi e nessun TNFi utilizzato per celecoxib era -3,98 (p<0,001) e -4,69 (p<0,001) rispettivamente a due e quattro anni.
«Questi dati suggeriscono che non tutti i FANS sono uguali e che i farmaci che usiamo potrebbero non agire da soli», ha affermato la Gensler. «Nonostante questo, quando mi siederò di fronte a un paziente, lo tratterò prima di tutto basandomi sui sintomi e sull'attività della malattia, anche se forse sceglierò di essere più selettiva sui FANS, se è giustificato e fattibile».
I prossimi passi per la ricerca includono uno studio controllato randomizzato che combina TNFi e diversi FANS o dosi differenti.
Bibliografia
Gensler L et al. OP0198 Combined effects of tumour necrosis factor inhibitors and nsaids on radiographic progression in ankylosing spondylitis. Annals of the Rheumatic Diseases 2018;77:148.