I risultati di uno studio randomizzato controllato, pubblicato su
Clinical Gastroenterology and Hepatology, evidenziano che dopo una risposta istologica iniziale alla terapia di induzione, l'
esofagite eosinofila si ripresenta rapidamente nei pazienti che interrompono il trattamento, indipendentemente dal tipo di trattamento utilizzato.
Evan S. Dellon, direttore del Center for Esophageal Diseases and Swallowing presso la University of North Carolina School of Medicine, e colleghi hanno evidenziato che gli steroidi topici in genere mostrano benefici tra i pazienti con esofagite eosinofila (EoE) che non rispondono agli inibitori della pompa protonica, ma non si sa molto su cosa succede se questi farmaci non vengono proseguiti dopo l'induzione.
ospedalebambinogesu.it
Malattie rare: scoperto nuovo meccanismo alla base dell'invecchiamento precoce
Sull'American Journal of Human Genetics i risultati di uno studio dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con l'Istituto Superiore di Sanità
12 settembre 2019
Un nuovo meccanismo alla base dell'invecchiamento precoce è stato scoperto dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, nell'ambito di uno studio internazionale condotto su 13 pazienti affetti da una grave malattia rara. I risultati della ricerca, durata oltre 4 anni, sono stati pubblicati sul numero di settembre della rivista scientifica American Journal of Human Genetics.
Clinici e ricercatori, coordinati dal responsabile dell'area di ricerca "Genetica e Malattie Rare" del Bambino Gesù, Marco Tartaglia, hanno individuato nel cattivo funzionamento di una proteina, fondamentale per la compattazione del DNA, la causa della ridotta capacità di proliferazione delle cellule e del loro invecchiamento accelerato ("senescenza replicativa"). Lo studio rientra nel programma strategico sulla genomica delle malattie rare e orfane di diagnosi promosso dall'Ospedale pediatrico della Santa Sede, finanziato dalla Fondazione Bambino Gesù Onlus e dal Ministero della Salute.
cnr.it
COMUNICATO STAMPA
Scoperto il meccanismo di inibizione del trasporto del rame da parte di farmaci antitumorali a base di platino
11/09/2019
Il platino si trova nella composizione di importanti farmaci antitumorali e solo una parte di esso raggiunge le cellule malate legandosi al DNA. Un team di ricercatori dell’Istituto di cristallografia del Consiglio nazionale delle ricerche e del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bari ha evidenziato che il platino non assorbito può interferire con il trasporto del rame, elemento vitale per le cellule e per la nostra salute, causando citotossicità o resistenza alla chemioterapia. La ricerca è stata pubblicata su Journal of the American Chemical Society con evidenza in copertina.
cordis.europa.eu
Una speranza inattesa per le malattie correlate a danni del DNA
Nuove informazioni su come una cellula risponde a un danno del DNA aprono la strada a trattamenti migliori contro il cancro.
SALUTE PROGRESSI SCIENTIFICI

Un danno del DNA nelle cellule può portare a malattie genetiche e a svariati tumori. Per riparare un qualsiasi danno, un processo nel nostro corpo attiva una segnalazione per le proteine di riparazione, reclutandole a livello del sito danneggiato. Questo processo è denominato ribosilazione dell’ADP (ADPr) e la sua comprensione è vitale per lo sviluppo di trattamenti migliori per le malattie legate a danni del DNA, quali il cancro. Fino a poco tempo fa, gli scienziati hanno tuttavia riscontrato una certa difficoltà nei loro sforzi per studiare i meccanismi molecolari sottostanti implicati. Nel corso della ricerca sostenuta dal progetto InVivo_DDR_ADPR, finanziato dall’UE, sono state acquisite informazioni inattese su questi meccanismi. Lo scopo iniziale del progetto era stato quello di mappare tutti i siti ADPr nel verme Caenorhabditis elegans, il cui genoma è stato il primo genoma animale di sempre ad essere stato completamente sequenziato.
pharmastar.it
Dolore cronico, se la soluzione arrivasse dal veleno degli scorpioni?
Venerdi 30 Agosto 2019 Emilia Vaccaro

Con la crisi degli oppioidi che attanaglia gli Stati Uniti, molti medici hanno cercato trattamenti alternativi per aiutare i pazienti con dolore cronico a lungo termine. Un nuovo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista
Cell, mostra che il veleno iniettato dalla puntura di scorpione potrebbe fornire una soluzione.
I ricercatori dell'Università della California, San Francisco (UCSF) hanno scoperto che una tossina di scorpione può effettivamente essere sfruttata per colpire il recettore del wasabi, che è descritto come una "proteina che rileva le sostanze chimiche" presenti nelle cellule nervose.
adnkronos.com/salute/medicina
Cellule killer muoiono a gravità zero, spazio nuova frontiera contro il cancro
MEDICINA Pubblicato il: 28/08/2019 16:04 
Lo spazio si candida a diventare la nuova frontiera della ricerca contro il cancro. Uno studio australiano ha dimostrato che condizioni di gravità simili a quelle presenti nella stazione spaziale internazionale (Iss) hanno avuto un notevole effetto sulle cellule tumorali: "In 24 ore, in questa condizione di micro-gravità, l'80-90% delle cellule muore senza trattamento farmacologico", afferma Joshua Chou dell'Università della Tecnologia di Sydney (Uts), che ha messo a punto un nuovo device in grado di replicare condizioni di gravità vicine allo zero.